Poter esprimere
"largamente" un proprio sentire forse può alleggerire, così come
inibire. Ogni individuo risponde all'esterno con la grammatica della
propria indole. Alcuni sanno esporsi di più alla moltitudine, ché
"forse" li rafforza o perché "forse" non hanno inibizioni. Alcuni sono
schivi, forse per discrezione, forse per umiltà e forse chissà. Tanti
"forse", perché in fondo, noi nulla sappiamo di qual fiume scorra in
ognuno; non sappiamo dare misura al
nostro di fiume, come potremmo definire quella dell'altro? Non c'è
misura nella convivenza umana: ognuno è uguale solo a se stesso; ci
rassomigliamo per esperienza, per elettività, perché Forse in altri
tempi e altri luoghi ci appartenevamo, forse, chissà. Così è che ognuno
si esprime secondo la propria indole. Chi narra se stesso affacciato
alla finestra, chi lo fa nella penombra di un lume alla sua scrivania.
Ognuno fa onore alla propria indole, e fa sempre bene perché da' "luogo"
a se stesso. Alcuni danno voce a sussurri dell'anima e raggiungono
l'oltre, alcuni urlano e raggiungono l'accanto.Ognuno ha un suo modo per
dire alla Vita: "ci sono". Ognuno ha un posto e ha scelto un ruolo
nella vita. Poi la stessa Vita turbina attorno a quell'ognuno, e mette
accanto chi più si confà: chi esprime largamente il proprio sentire per
sentirsi vivo; chi esprime il suo fra versi discreti, alla penombra di
un lume della sua scrivania. Ognuno ha scelto il suo "luogo" di
appartenenza, ognuno appartiene comunque, al Cosmo. Di fronte alla
grandezza del Creato, siamo solo particelle in movimento che si
accostano e allontanano; si fanno "insieme" e si fanno "discontinui".
-Di fronte alla grandezza del Creato, siamo piccole voci che spesso
disturbano il canto degli Angeli, ma tutti siamo note di quel canto. Chi
urla e chi sussurra, è comunque amato dal Cielo.
Tutti siamo Amore, in modi diversi, giusti o meno, siamo Amore.-
Vs Annamaria
AmVezio@text&image
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