Stai a me davanti ancora
fiore bruno, caldo, del peccato,
posto sul bordo dei miei miraggi
dove ogni immagine non ha innocenza,
dove l’irrealtà sfuma sfuocata.
Sei visione per la mia sete
che non trova acqua di sorgente,
che non ha spazi da cedere ai sogni
e pizzica le corde del desiderio
con il ritmo di un sirtaki in crescendo.
Frutto da sciogliere nel fuoco,
sei quella bevanda forte che inebria
e sa placare la fame che mi uccide,
un cioccolato caldo a colazione
così che il risveglio sia promessa.
E stai lì, dentro al mio sonno
come un trofeo che non potrò toccare,
come un passato che non avrà ritorno.
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