Chiunque vada via e poi un giorno torna, mi trova laddove mi cerca. La mia porta è senza chiavistelli, non è possibile chiuderla, è sempre aperta.
Non soffro l'abbandono, non più.L'abbandono è l'aggettivo erroneamente attribuito al senso di tristezza, ma è "CAMBIO DI PERCORSO” il vero significato. Quando qualcuno cambia percorso, è perché è propedeutico al suo cammino. Perché dovrei soffrire per quanto può essere un bene per un mio fratello? Se lui va o io vado, è perché quanto ci siamo scambiati ci ha mostrato nuovi cammini della nostra esistenza.
E questo è bellissimo.
La prima sofferenza è forse lo stupore che esistano strade oltre le “nostre”. È stupore, è sofferenza da distacco, ma non soffriamo forse per venire alla luce? Per il -nuovo- che è oscuro, buio, sconosciuto; per l'utero conosciuto e amato che dobbiamo abbandonare? Eppure non si sono chiuse le porte tra figlio e nuova strada: -la vita- e la madre -stesso percorso-
@Annamaria Vezio Da "Taccuino di viaggio" ed. 2014
La prima sofferenza è forse lo stupore che esistano strade oltre le “nostre”. È stupore, è sofferenza da distacco, ma non soffriamo forse per venire alla luce? Per il -nuovo- che è oscuro, buio, sconosciuto; per l'utero conosciuto e amato che dobbiamo abbandonare? Eppure non si sono chiuse le porte tra figlio e nuova strada: -la vita- e la madre -stesso percorso-
@Annamaria Vezio Da "Taccuino di viaggio" ed. 2014
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