Ho un cielo di certezze
sul mare dei ricordi e miei passi
affranti, tra le dune della vita
Tra le mani, fotogrammi di attimi
intensi, che tornano
a lenire il presente...
Strette, troppo strette
ho le scarpe, logore
di velleità. E fuggono i giorni
sul mio cammino incerto
sospeso a un tempo
che non muove argini, né acque
nuove, mentre rotola l'aspo
veloce in avanti -mai al contrario
a percorrere strade diverse,
spianate- io annaspo illusioni d'attesa
lo sbocciare di rose...
E gioco, con rigagnoli di sole
sul cuscino zuppo d'ovvietà
Di disincanto...
Strette, troppo strette
le mie scarpe per rincorrere sogni
E mi vòltolo dentro l'illusione
di camminare la canzone che non ho
ancora musicato.
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