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Calliope

Calliope
Inno all'arte che nel nostro sangue scorre.

lunedì 24 agosto 2015

Assolati binari 1972 da "Giorni di mare" ed. 2001



Fogli bianchi che aspettano:
assolati binari
oltre
l’irruente onda
di un mare saggio
che lascia fare
La mente corre
sul foglio invano
cerca riposo.

D.L. 22/4/41 n. 633 (D.L 22/5/2004 n.128) su testo e immagine

mercoledì 5 agosto 2015

"Lettere d'amore"

Cosa scrivo a fare lettere d'amore
parole appese a fiamme accese
sentimenti che si contorcono
come serpi affamate
e strisciano strisciano
e s'innalzano
di colpo s'innalzano furiose
Che scrivo a fare lettere d'amore
di passione di lacrime non piante
di guizzi singhiozzanti
di sangue impazzito nelle vene,
ma quali fiamme accese
con parole appese
ma quali affamate serpi
che s'innalzano per poi strisciare
e quali lacrime ingoiate
che non sanno scorrere
se non affogare nel liquido fluire
del sangue nelle vene
Cosa scrivo a fare lettere d'amore
se ghiacciata navigo
su piatti mari congelati.

@AmVezio


domenica 2 agosto 2015

JATE, JATE… di Vincenzo de Bernardo




Jate, jate, nun ve fermate,
saglite, saglite, finchè ce ‘a facite…,
ma vene ‘o juorno e v’ata fermà
e na domanda ve l’avita fa:
- “ Io, ccà ncoppa, che ce faccio?
Me spettava? Nun ‘o ssaccio…,
me lo merito ‘e sta ccà
o è pecchè ce sta papà?
Arete a mme quant’ata gente
sta luttanno duramente,
mentre io, invece, aggio truvato
sempe ‘a porta spalancata?”-
…Io son questo…, io son quello…,
no, tu si’ nu puveriello,
piense ‘e essere qualcuno
ma, po’, invece, si’ nisciuno!
Primma o doppe, vene ‘o juorno,
nun tieni nisciuno attuorno,
può cadè ‘a copp’’e scale
e te fai, overo, male,
pecchè nun he mai luttato,
ca nun c’ire abituato…,
mò, te l’he vedè tu sulo
e sarà bruciore ‘e culo!
30.7.2015
Vincenzo De Bernardo
D.L. 22/4/41 n. 633 "Protezione diritto d'autore e diritti connessi al suo esercizio" su testo e immagine (G.U. n.166 del 16/7/41 mod. D.L 22/5/2004 n.128).

"L’ombra della luna" Superba lirica di Nicola Niño Venturi

Finito!
Guardo d’attorno
e non capisco.
-Chi è che ha parlato?-
e perché?
Cos’è che ho raggiunto?
Forse solo
questo stanco sfinimento emotivo
o un’effimera lode
sul documento?
O altro a cui non faccio caso
passeggiando virtualmente
nella mia mente?
Forse è stato soltanto il fantasma della luna
stamani
a farmi trasalire
prima che fosse l’alba.

D.L. 22/4/41 n. 633 "Protezione diritto d'autore e diritti connessi al suo esercizio" su testo e immagine (G.U. n.166 del 16/7/41 mod. D.L 22/5/2004 n.128).

"Anni luce" lirica di Cristina Scarsella Plnazo



La mia voce ti culla
fino al sonno profondo
fatto 
di chissá che splendidi
paesaggi
e di chissà quanto lunghi
i secondi
e quante migliaia di stelle
sulla tua pelle.
E chissà se l'eco del mio bacio
lì ti raggiunge
e se lì ricordi il mio viso.
Non rispondi.
Ancora sveglia,
ti sfioro,
mentre scivoli via
nei sogni solo tuoi,
d'oro.
Mi domando
se lì
riconosci ancora la mia voce,
lì:
lontano da me
anni luce.
🌟
D.L. 22/4/41 n. 633 "Protezione diritto d'autore e diritti connessi al suo esercizio" su testo e immagine (G.U. n.166 del 16/7/41 mod. D.L 22/5/2004 n.128).

"il mio vivere" lirica di Francesca Dono


il mio vivere
aspetta il tempo
quando doveroso
non passa mai
non mi ribello
se mi attraversa
ma non lo aspetto.
-Me ne guardo bene-
Mi caverà gli occhi
nella sua ingiustizia
tuttavia per andare
istigherà il mio centro
il proibito degli oggetti
ed io non potrò ritornare
e indietreggiare
nemmeno con il cranio nudo
con la mia solitudine
a galoppo degli specchi.
Così tolgo le scarpe
ai morti e m’incammino
e diluisco le suole
senza fratturarne il consumo
più spesso del dovuto.
Il mio vivere
ha la confisca del tempo
degli alberi che zampillano
ma restano con le radici
conficcate alla partenza.
La sua alleanza non mi segue
mi trasporta alla tempesta
e non mi cura e non mi salva
se non nella follia che corre
non tormenta,mi conosce
dentro se stessa.
D.L. 22/4/41 n. 633 "Protezione diritto d'autore e diritti connessi al suo esercizio" su testo e immagine (G.U. n.166 del 16/7/41 mod. D.L 22/5/2004 n.128).

sabato 1 agosto 2015

... "ciò che desidero per me, ciò che desidero per te"...

E arriva un momento in cui tutti i rospi ingoiati e i graffi sull'anima e le ossa scheggiate, vengono lambiti dalla gioia che rafforza la Passione di vivere. Quanti scuri figuri hanno tentato di annebbiare ogni scoperta di bellezza nuova, ogni demone annientato, ogni gradino di infinito conquistato; sempre il Creato rende quel che consapevolmente o inconsapevolmente, da noi si effonde. "Attento a ciò che desideri perché lo avrai", quale più sana verità, ma bisogna saper leggere fra le righe della citazione, poiché il "ciò che desideri" è versatile: "ciò che desidero per me, ciò che desidero per te", è ciò che avrò.
Rospi, graffi, ossa, tutto un bel paniere in cui abbiamo messo, al loro posto, la continua ricerca e pulizia del sé, per il bene proprio e di ogni altra anima. Rospi e graffi e ossa, cancellati dalla conquista continua di parvenze di luce, che a ogni attimo palesano la luce, fino a riuscire a vedere Oltre, e amare ogni scheggia di dolore passato e a venire, che si fa messaggero di quel che sì è, ora: gioia di vivere.

Gratificazione e grande gioia: "Ali di cielo"
Gratificazione e grande gioia: "Attestato di Benemerito della Cultura"
                                      dunque:
ciò che la vita mi ha reso in questo attimo, è qualcosa  che "ho voluto" e se è cosa buona, perché gioia, ho voluto il bene, per me e per ogni anima, ché non torna ciò che si desidera egoisticamente...