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Calliope

Calliope
Inno all'arte che nel nostro sangue scorre.

mercoledì 30 settembre 2015

E' sera

Scende la sera: 
sipario sul giorno
anima e corpo ammanta
delicatamente 
accompagna silenzi
a lenire
cancellare 
fatiche tristezze e affanni 
e ogni ombra
che non sia del cielo.








D.L. 22/4/41 n. 633 (D.L 22/5/2004 n.128) su testo e immagine

lunedì 28 settembre 2015

Altrove da me stessa da "Dissolvenze"


Scende lento il buio
su cicatrici di giorni
al calendario appesi
E viene notte
- su pensieri rantolanti -
a vestire di nero il mio sentire
A celare Eterno
in attimi rappreso
E viene forte
il desiderio d’essere altrove
Altrove da me stessa.





da "Dissolvenze" ed. 2015

D.L. 22/4/41 n. 633 (D.L 22/5/2004 n.128) su testo e immagine

Ali di cielo (rec. prof E. M. Cipollini)


Prefata da Dante Maffia, la silloge si dipana su tanti e sovra tutto svariati e speziati temi i quali hanno, sebbene le poesie non siano tutte dello stesso spessore, un comune denominatore che è la trascendenza –il titolo non è messo a caso- da un mondo dominato dal tempo edace e costellato più da dolori che gioie per cercare una dimensione di pieno amore, una ricerca tramite il lògos poetico della comprensione dell’essere in quanto la verità non si nasconde più ma si disvela nel senso greco del verbo. Tolto il velo dell’apparenza alla mondanità, il sostrato che mai non muta è il dolore, la sofferenza, la gioia, il valore degli affetti: ciò che l’Autrice chiama «essenza della persona» non vista come mezzo, strumento ma quale fine a sé stante.  Sia ben chiaro, noi non leggiamo il mondo ma il nostro mondo, non appercepiamo le cose ma le nostre cose, i nostri desideri e non delle astratte esigenze e nella poesia, linguaggio anti-reificante per antonomasia, domina il cosiddetto “fantasma iconico” che, detto in altre parole, non è altro che la diversa capacità significativa della parola. Impossibile quindi “oggettivizzare” la poesia, impossibile a tradursi in altro linguaggio.  Il critico e il lettore si limitano a interpretare e non a trovare “il vero oggettivo”, tipico della scienza, ma tale apparente limite è la forza, la vis insita della poesia: troviamo individualmente i nostri vissuti, le nostre esperienze e le facciamo in tal modo nostre. Viviamo la creazione poetica tramite i nostri personalissimi vissuti interiori, i nostri bagagli culturali, la nostra sensibilità.  L’elaborazione finale non è del poeta che potrebbe esser anche anonimo ma di chi usufruisce della poiesis: sono i vari livelli interpretativi del Soggetto che recepiscono e fan poesia, si potrebbe azzardare pur restando la forma del bello in sé.  Nella poesia di Annamaria  Vezio c’è un linguaggio che aspira ad una trascendenza religiosa ma, al di  là di certa “metafisica”, s’avverte il mondo concreto e vitale dell’Autrice.  Sono esperienze concrete, reali che la muovono a cimentarsi nell’ars poetica, è una vita dolorosa ma che mai mette  in dubbio la vita che -nonostante tutto- ama: molto lontana dall’olimpica serenità di uno spirito assoluto (nel senso vero dell’etimo latino, slegato). Il suo volo verso una dimensione spirituale nasce da una sublimazione dei Vissuti (Erlebnisse è intraducibile), è una necessità d’armonia che disperatamente cerca, un Amore con la maiuscola che sia eterno, puro, incorruttibile. Un Amore che vive quindi nell’ottica spirituale e si mescola a quello cristiano ma non si limita ad agape bensì è sovente “desiderio” sensuale sebbene trasposto.  Quindi lirica che, oltre a certa acmé metafisica, è concreta, verace, coinvolgente. Ma ciò che credo sia una delle chiavi interpretative è il mare come divenire e nel contempo sempre eguale. Si direbbe la unità degli opposti che crea l’identità: il divenire nell’essere. E il divenire porta seco la problematica del Tempo. Il tempo che scandisce i nostri momenti “passati-presenti” (in quanto riaffiorano: non siamo che la risultante delle esperienze precedenti) e i “presenti” che danno la spinta di elevarsi dal quotidiano affinché il tempo così si fermi in “attimi eterni” dove l’anima possa dilatarsi e così “riviva” quelle occasioni perdute. In breve à la Proust, la ricerca del tempo perduto non è altro che ritrovare e liberare il passato, un tempo liberato. Al lettore l’ultima parola, tali sono soltanto spunti per una lettura più profonda.
Enrico Marco Cipollini





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domenica 27 settembre 2015

Madre



È sottile il dolore:
ogni cellula impregna
ogni respiro
Ogni attimo
non vissuto insieme
è cicatrice lieve

ma deturpa l'anima.


dedicata a mia madre, per il suo anniversario lontana da me.






D.L. 22/4/41 n. 633 (D.L 22/5/2004 n.128) su testo e immagine

giovedì 24 settembre 2015

Fragilità: bacio della Forza

Quanti dolori dietro ai nostri sorrisi, che pure illuminano gli occhi: schegge di stelle a illuminare il Sé e l'Altro. Poi scende il sipario sulle luci del cielo, e torna la notte. Ma noi scalderemo le notti, uniti, non resteremo in solitaria ombra, carpiremo un barlume l'uno dell'altro, ne faremo luce costante.
Più simili al faro nella notte, non falene che ad esso conducono la propria fine, noi siamo le orme visibili sul percorso che porta all'aiuto del "noi più fragile". Lasciamolo dire al nostro cuore: la fragilità è il bacio dell'Essere Forte.

D.L. 22/4/41 n. 633 (D.L 22/5/2004 n.128) su testo e immagine

Io, donna


"...Incontro il Tempo, lo supero, schizzo attraverso la piazza, i miei colori svolazzano come la bandiera di un pirata, la mia ombra saltella alle calcagna.
Corro, sempre corro e nello stancarmi mi ricarico..."Io, donna.




D.L. 22/4/41 n. 633 (D.L 22/5/2004 n.128) 


mercoledì 23 settembre 2015

"Il Signore dell’Ascolto" da Il mondo di A in volo ed 2005


Dire
che il Signore dell’Ascolto,
fosse lì,
in attesa del momento
in cui il pensiero buio
cadeva dentro un tonfo
e, nel suono muto e dilatato
costruiva il mio silenzio,
freddo e doloroso.
Dire
che il Signore dell’Ascolto,
fosse lì,
a rubarlo, quel momento:
un pensiero di nero colorato,
nell’angoscia del dolore,
alimentato.
Dire
che il Signore dell’Ascolto,
ha ascoltato
quell’attimo di angoscia
e l’ha rubato e fermato,
nel mio Tempo…
Il Signore dell’Ascolto,
non è preparato
a capire che l’Umano,
quando è triste sa creare
da un nulla un gran dolore.
Il Signore dell’Ascolto,
lui, non ha capito
che il mio era un momento
e che da solo
dovea cader nel vento,
non ha capito
e quel momento ha fermato
me lo ha reso immantinente,
con mani forti e scure l’ha fissato
e segnato nel mio Tempo.
Sono Umana
e non sapevo
che il desìo triste e stanco,
colorato dal dolore
rimanesse fisso, eterno.
Il Signore dell’Ascolto
ha ascoltato
quel singhiozzo desolato
che puniva me e il Creato,
l’ha bloccato e disegnato
nello spazio della Vita
che incornicia la mia Tela
ed ora s’è voltato
ad ascoltare altri pensieri
e il mio, quello nuovo,
più non vede.


da "Il mondo di A in volo" ed. 2005


D.L.
22/4/41 n. 633 "Protezione diritto d'autore e diritti connessi al suo esercizio" (G.U. n.166 del 16/7/41 mod. D.L 22/5/2004 n.128).

venerdì 18 settembre 2015

Siamo esageratamente BRAVI!

Buon tutto Amici e Poeti! 19/09/15 ...  
 Cerimonia di Premiazione del concorso "Abbiate il coraggio di essere felici", oltre alla consegna dei Premi, e il nostro contributo donato alla Onlus CEFA, presenti i bambini di più Scuole nazionali, oltre all' ANC gruppo cinofili e la gradita esibizione del gruppo musicale DePookan, felici di condividere con Voi una felice esperienza. 
Vs Annamaria. Vi voglio bene ♡









giovedì 17 settembre 2015

TUTTO FINISCE di Alfredo Giglio ed. Encicl. Poesia Contemp. Fondaz. Mario Luzi

             
Tutto finisce e cade nell’oblio
Ogni sentir d’amore e d’odio antico
Ogni ricordo perde il suo calore
Se chi lo tiene dentro consacrato
Volge anch’esso alla morte destinato.
Il cigno canta prima di morire
E canta la cicala alla calura            
Mentre aspetta così la sua sventura.
Tutte le creature a questo mondo
Volgono il corso loro per finire
E passano nel buio più profondo,
Ch’accompagna il tempo vagabondo
Nel continuo eterno divenire.
Tu, pensoso virgulto che già miri
Il tuo riflesso nel lucente specchio,
Non aspettare di sentirti vecchio,
Corri nel vento or che acerbo sei
Come mela ch’al sole si colora
Ed il verme non l’ha bacata ancora,
Corri a godere la tua giovinezza
Pria di sentir di vita l’amarezza.
Assapora quel che nascondi in core
E godi le tue gioie in tutte l’ore
Senza aspettare l’alba, se la notte,
Ti regala, benigna anche l’amore.



 immagine: Angeli in ascolto Olio su tela 80 x 90 di Annamaria Vezio

mercoledì 16 settembre 2015

ROMANTICA CARROZZA Di Alfredo Giglio (da Enciclop. Poesia Contemp. Mario Luzi)


Odo scalpitar d’ungula ferrata
che più batte in un palpito serrato
sul quella strada di basalto nero
che mi ricorda ancor l’adolescenza,
età lontana, mai dimenticata.
Il tempo d’allorquando alla stazione
salivo su  romantica carrozza
che mi portava giù per l’abitato
fino alla casa in fondo alla borgata.
Ancora avverto quel rumor ferroso
delle ruote sul lastrico pietroso
e, come un’ode, risento la schioccata
dello staffile, che l’aria fende quieta
per incitar lo splendido destriero
quasi ad andar ver nobile maniero.
Sul comodo divan di crine assiso
godevo il dondolio dell’andatura
specie sul tratto della creta dura,
e dolce mi sovvien ora il ricordo
di quando il grande tetto già disteso
m’evitava d’essere d’acqua intriso
al giungere improvviso della pioggia,
ch’oltre a risvegliare tanfo di stalla
in ciel spandea l’odore dell’argilla.
Quanti ricordi nell’anima annidati
salgono lesti alla mente intorpidita
ed or fra fumi d’auto brulicanti
vile mi sento al par d’un mendicante.
Allora niuno era più povero di me
ma, sulla carrozza, mi sentivo un re.



ed. Enciclopedia della Poesia Contemporanea, vol.5° - Ed. 2014..Edita dalla Fondazione Mario Luzi

Un nuovo traguardo è stato raggiunto! Abbiamo il coraggio di essere felici.

Anche questa l'abbiamo fatta! E gira gira, corri e salta, quando c'è forte comunione di intenti, quando c'è rispetto e sincera amicizia, tutto si può.
Come non essere felici e orgogliosi del felice tandem? La palma va sopratutto ad Antonella Ronzulli​ che senza soste ha curato l'editing anche di questa nuova Antologia! Ragazzi, che forza che siamo!!!
Vs Am alias Elfa Tata <3

Il Bimbo che parla


Il bimbo che parla
la lingua dell' eterno
ha voce più profonda
che unifica ogni mondo
Dimensioni non han più contorni
l' uno e il tutto è stessa cosa
Non v' è colore
che abbia un nome
se non lo stesso
che è “colore”
Non v' è nebbia
che occulti il mondo
se non la luce che lo palesi
Ogni voce ha stesso suono
se pur di note assai diverse
E' Armonia il probo incontro
d' ogni colore e d' ogni nota
che il Bimbo che parla
ha voce - sempre più profonda
che unifica ogni mondo.


olio su tela 60x70 Vita collezione privata Annamaria Vezio

D.L. 22/4/41 n. 633 (D.L 22/5/2004 n.128) su testo e immagine

martedì 15 settembre 2015

Haiku di Giusy Grasso


  1. Uomini soli
    figli d’un dio minore
    lambisce il mare.

    Giusy Grasso (03.10.2013)

    • haiku dedicato alle vittime del naufragio a Lampedusa

"Portami con Te" Giuseppe Buro

  1. Facciamo l’amore questa notte, 
    dimentichiamo ogni cosa, dammi
    il tuo sorriso, di baci coprimi e
    fondiamo i nostri corpi,
    in un immenso abbraccio.

    Incatenati al mio corpo, follia e piacere
    arrivino fino alle porte dell’alba,
    restiamo abbracciati amore, accendi
    questo fuoco e vola,
    vola con me e l’anima assetata placa.

    Ti porterò sulle nuvole d’oro sentirai
    il calore e la durezza del mio amore,
    consegnami la tua essenza.

    Sento il tuo respiro frenetico, mentre
    il sudore cade goccia a goccia sulla mia
    pelle,non farmi patire oltre ma lasciami
    un ricordo perenne.

    @ Giuseppe Buro

NASCE LA VITA di Alfredo Giglio


Vita che fosti incerta in universo
ed aria ed acqua catturasti insieme
fra dense nubi partorite in terra,
ai giorni alterni con la notte esisti,
pieni di pluvia ed alitar di vento
nel sempiterno divenir del tempo.
Vita che fosti madre di mia madre
ed ora scorri in me più tormentosa,
che voce mi donasti al primo pianto
presto mi lascerai col cuore immoto
e gli occhi dagli umori prosciugati.
In te senso di pace e di dolore
albergarono insieme più malvagi
e la gioia nel suo corso fu funesta
tu, genitrice di selvaggi dei,
e d’alberi fronzuti alla tempesta.
Alla luce venisti sotto il sole
in pascoli d’acque putrescenti
e dalla quiete calda di limaccia
traesti per magia la neve ghiaccia.
Al lume tuo sgorgò l’umor maligno
e generasti l’odio con l’amore,
che vennero fra loro alla tenzone
che gli animi squarciò votati al gelo.
Ora che sovrasti sul pianeta terra
e, sfidando anche il tempo, ti rinnovi
sali più alta a prendere il tuo posto
ch’al Ciel piace, tal che l’energia
che t’alimenta più non resti occulta,
per regalare all’anima armonia.



Poesia edita in "Enciclopedia della Poesia Contemporanea, vol.5° - Ed. 2014..Edita dalla Fondazione Mario Luzi"
immagine: olio su tela 60x70 produzione privata Annamaria Vezio, anno 1972
D.L. 22/4/41 n. 633 (D.L 22/5/2004 n.128) su testo e immagine

lunedì 14 settembre 2015

Il Tempo

Il Tempo prende le nostre sembianze. Siamo noi a dargli la stessa valenza del nostro Sé.

                                                                                                                                       

D.L. 22/4/41 n. 633 (D.L 22/5/2004 n.128) su testo e immagine

domenica 13 settembre 2015

Ironia del Tempo

Trovare l'ieri, assaporarlo, poi sentirne l'assenza, è rimpianto oppure constatazione che tutto è precariamente sospeso nella ironia del tempo?



D.L. 22/4/41 n. 633 (D.L 22/5/2004 n.128) su testo e immagine

Che sappiamo



Su, dai. Diamoci la verità: che ne sappiamo noi della vita che lontano viviamo? Tu madre, che sai di me; tu figlio, che sai di me? Scorrono attimi, si consumano, s'ingravidano, si vivono. Che sai di me, tu figlio; che sai di me, tu madre.



D.L. 22/4/41 n. 633 (D.L 22/5/2004 n.128) su testo e immagine

sabato 12 settembre 2015

Il destino è quella linea nell'etere di cui noi possiamo modificare la traiettoria.

Il destino è quella linea nell'etere di cui noi possiamo modificare la traiettoria.

AmVezio@text&image/ 
Olio su tela 60 x 70 "Viaggio"

venerdì 11 settembre 2015

Il Giardino di Calliope: Cerimonia di Premiazione "Abbiate il coraggio di e...

Il Giardino di Calliope: Cerimonia di Premiazione "Abbiate il coraggio di e...: Cerimonia di Premiazione del Premio internazionale di Poesia “Abbiate il coraggio di essere felici” . .  Evento Facebook...

Cerimonia di Premiazione "Abbiate il coraggio di essere felici" il 19 settembre 2015


Cerimonia di Premiazione del Premio internazionale di Poesia “Abbiate il coraggio di essere felici”


locandina cerimonia 2015
.
logo premio

 .
I poeti premiati sono tenuti a presenziare alla premiazione. Solo in caso di reale impedimento, i premi potranno essere ritirati da un delegato per mezzo di dichiarazione scritta e firmata dall’autore, o spediti al proprio domicilio (a carico del destinatario, con modalità da concordare).
Per decisione del Comitato organizzatore, considerata la elevata qualità artistica delle opere pervenute al concorso verranno assegnati numerosi attestati / segnalazioni di merito / menzioni d’onore.
Sarà inoltre possibile acquistare in loco l’Antologia poetica Abbiate il coraggio di essere felici realizzata appositamente per il concorso al costo di € 10 a copia.
SEZIONE A      SEZIONE F
SEZIONE C    SEZIONE E
SEZIONE B - PREMIO PRESIDENZA
Comitato e Giuria
Presidente del Premio: Antonella Ronzulli
Presidente di giuria: Annamaria Vezio
Responsabile evento: Massimo Rinaldi
Antonella Ronzulli – Direttore editoriale Litho Commerci

lunedì 7 settembre 2015

La forza

E' nei grevi temporali che la "forza d'amore" riesce ad afferrare la goccia di pioggia che riflette l'arcobaleno, ladro del raggio del sole nuovo all'orizzonte...



D.L. 22/4/41 n. 633 (D.L 22/5/2004 n.128) su testo e immagine

domenica 6 settembre 2015

Orme andate



Resta Il volto
immerso nei passi
Dolenti le orme

che l'altre han perso
sul cammino.





AmVezio@text&image