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Calliope

Calliope
Inno all'arte che nel nostro sangue scorre.

venerdì 29 maggio 2015

PERLA LUMINOSA - di Cinella Micciani -




Quand’ eri piccolino
ti stringevo a me
prezioso batuffolo
tenero soffio di vita
carezza d’amore.
In quegli istanti
s’illuminava il mondo.
Avevo tra le braccia
una perla luminosa
un piccolo sole iridescente.
Due occhi immensi
come fari nel buio
s’aprivano su di me
ad estasiare l’anima.
Eri tutto tondo
un universo roseo
di baci rubati
di coccole e sorrisi.
Non c’è ricchezza al mondo
più preziosa di te.
Una perla luminosa
irradia luce intorno
squarcia il buio
indica il cammino.
Questo sei tu
amore mio immenso.
Ora vai avanti.
Percorri la tua strada.
Non fermarti per me.
Io ci sarò sempre.
Sei perla preziosa
anche in lontananza.
Mi brilli dentro
come punto luminoso
faro protettivo
dei miei giorni.
Sarai la mia forza
il mio sole acceso
un astro radioso
che vive e brilla
al centro del mio cuore.
Cinella Micciani

D.L. 22/4/41 n. 633 "Protezione diritto d'autore e diritti connessi al suo esercizio" su testo e immagine (G.U. n.166 del 16/7/41 mod. D.L 22/5/2004 n.128).

Un miliardo di soli. -Nicola Venturi-

Un miliardo di soli
ho udito piangere
uscendo delle fauci del fato
coperti dalla scia esplosiva
delle nove
e universi stridere
estinguendosi
per l’intera durata
del tempo illusorio
di questo viaggio solitario
alla rovescia.


D.L. 22/4/41 n. 633 "Protezione diritto d'autore e diritti connessi al suo esercizio" su testo e immagine (G.U. n.166 del 16/7/41 mod. D.L 22/5/2004 n.128).

Angeli strappati -di Antonia Anna Pinna da Goccia a goccia 2015-

Angeli tolti dalle culle
Erode è tornato.
Non è un Re è vostro padre
un uomo qualunque nascosto tra i rami
che non ha benedetto il vostro pane
lo ha consumato di nascosto
rubandolo ai miseri, agli abbandonati,
egli scruta da lontano il suo passaggio
si rende conto che non salirà
Il suo destino è segnato
e mai nessuno lo solleverà
si vendica così la belva inferocita
e qualcuno alla fine pagherà
i poveri figli tuoi si danno un bel da fare
per non lasciare debiti sull’altare.

Antonia Anna Pinna
antologia Goccia a goccia 2015
D.L. 22/4/41 n. 633 "Protezione diritto d'autore e diritti connessi al suo esercizio" su testo e immagine (G.U. n.166 del 16/7/41 mod. D.L 22/5/2004 n.128).

Tautogramma S - di Rosellina Carone -

Sapienza semina sementi
solo se scavato sapientemente.
Solo semi sotterrati 
saggiamente spuntano.
Semi sparsi superficialmente
seccano stoltamente.

D.L. 22/4/41 n. 633 "Protezione diritto d'autore e diritti connessi al suo esercizio" su testo e immagine (G.U. n.166 del 16/7/41 mod. D.L 22/5/2004 n.128).
rosellinacarone@2013

Impressioni di un cittadino che sta al di fuori del Grande Raccordo Anulare, che circonda la Capitale. (RacCORTO di Fantasia) Nico Parsifal Cipressi


“Derby di Roma, due tifosi accoltellati fuori dall'Olimpico”
Questo titolo adottato da molti giornali nei giorni scorsi, potrebbe far pensare che, purtroppo, Roma in occasione di taluni eventi sportivi viene presa d'assalto da estemporanei gruppi di teppistelli che esplicano il tifo calcistico sulla lama di un coltello. Per carità, come si affrettano a precisare autorevoli amministratori locali e politici d’alto bordo, tutto questo rimane circoscritto al pre ed al post partita; poi si ritorna a godersi la Roma della passeggiata trasteverina, della carrozzella coi soliti due stranieri, delle gioiose adunate sotto la finestra da dove un corpulento Signore di bianco vestito cerca di ammaliare il mondo con le sue “ramanzine” rivoluzionarie e al tempo stesso controrivoluzionarie (però è tanto simpatico!); il tutto nella risplendente luce delle eterne Vacanze romane. Proviamo a rompere il celestiale idillio. Voglio tralasciare le noiose e sicuramente infondate notizie sulla Roma centro di interesse di innumerevoli bande criminali spesso in gessato scuro alternato al così poco fashion passamontagna di tipo militare, con interessi stratificati e ramificati in ogni settore della vita cittadina di cui riferiscono (anche) le cronache giudiziarie, per porre l’attenzione su alcune note di colore credo di maggiore impatto e forse di maggiore interesse per chi, come me, ogni tanto viene in città provenendo dall’ OLTRE GRA.
A qualsiasi ora arrivate a Roma Termini venite immancabilmente accolti da quell'acre odore di piscio ormai divenuto caratteristico, nonché da carovane di turpi malcreati (e non sto parlando del povero clochard) che, ad ondate successive e sotto lo sguardo vigile del loro Kapò, facendo affidamento sul proprio pestilenziale afflato, probabilmente dovuto all’uso ed all’abuso di pasta del capitone quale presidio per l’igiene orale, cercano con inusitata insistenza di spillarvi il più che si può, per cui, per disfarvene, siete costretti ad assumere l’atteggiamento tipico del “guarda che io sono peggio di te, ho masticato aglio sin da piccolo” in una ridicolizzante ridiscesa verso la socialità da “troglo”. Vi è poi la categoria di coloro che vi si affiancano, ostentando immotivata curiosità, mentre state cercando di fare il biglietto presso le macchinette automatiche: in quel frangente avrete bisogno di quattro mani e di quattro occhi, oltre la naturale dotazione, per vigilare sulle vostre tasche, sul vostro bagaglio e continuare a fare l'operazione alla macchinetta cercando di non rimetterci denaro. Dopodichè per abbracciare Roma avete due possibilità:
1. La Metro: e qui preparatevi al bagno di folla che vi costringe al trascinamento fantozziano e soprattutto dimenticatevi di incontrare un essere umano che abbia la benché minima frequentazione o familiarità con i deodoranti: fatevene una ragione: la pubblicità sulle ascelle o sui pruriti intimi assilla solo voi; inoltre avrete il privilegio di constatare da vicino gli effetti che “l’aria di casa nostra” produce su colui che nella sua patria è sicuramente un compassato ed esemplare cittadino: egli, in realtà, nella nostra realtà, è la prova vivente di come il degrado induca al degrado; un esempio su tutti: a casa sua voi siete costretti ad osservare scrupolosamente persino il vostro posizionamento sul debito lato delle scale mobili o tapis roulant, pena il richiamo da parte degli addetti e/o di chiunque fra i passanti (la qual cosa vi colpisce al punto tale che vorreste conferirgli immantinente il Nobel in Educazione Civica); qui da noi, invece, costui si sente ( e di fatto lo è ) libero di impedire, con le propria stazza, acquisita in anni e anni di duro lavoro mascellare sui Big Burger, la libera discesa dalle carrozze della metro, presidiandone le porte come la statua di Helios al porto di Rodi, nonché di dare libero sfogo, ovunque si trovi, alle proprie sonorità interiori, sia alte che basse. Va detto che da Roma Termini partono ben 2 linee di metropolitana; una servita da treni tutto sommato ancora in buono stato che scorrono in gallerie dotate di buona areazione; l’altra scorre in grotte più ampie, benchè l’aria abbia la stessa gradevolezza e peso specifico di quella presente all’interno delle miniere, ed è servita da treni che, a ben guardarli, se non fosse per i “murales” che fortunatamente li ricoprono, potrebbero tranquillamente essere gli stessi che hanno trasportato i Poveri ma Belli ad Ostia negli anni ’50.
2. accesso pedonale a Piazza dei Cinquecento: là dove una volta sorgeva la mitica lampada Osram, la “lampada appuntamenti” cantata dal Baglioni, tra bancarelle esotiche e gli odori pure troppo esotici provenienti dai locali sotto il porticato laterale, al di sopra delle bianche tettoie dei taxi, che hanno la precedenza su tutto e tutti (ricordatevelo bene prima di attraversare la strada, financo sulle strisce pedonali o col semaforo verde che vi autorizza al passo), potete ammirare l’infinita distesa, fatta dello stesso ordine di cui sono fatti gli ammassi stellari, delle pensiline dei capolinea degli autobus, ai margini delle quali gli autisti in sosta, abbigliati nelle più svariate e sgargianti divise ( ma non preoccupatevi, appartengono tutti alla stessa azienda di trasporti), sono pronti, qualora ne abbiate bisogno, a fornirvi precise ed univoche indicazioni, nella loro lingua originale (no non in italiano, piuttosto in romanesco addomesticato da chiare contaminazioni velletrane o vetrallane ) : “Vaticano? (Eh) E che ce vai a fa? (saranno pure fatti miei) , Oggi er Papa mica ce sta! (Ho beccato proprio quello intimo del Sommo Pontefice!), Aho questo vo’ annà ar Vaticano pure si er Papa nun c’è! (Ecco ora tutta Roma e dintorni sa che sto qua), Comunque stamme a sentì, viè qua’: devi da annà dritto verso sinistra, (forse che a Roma con “dritto verso sinistra” sotto le mentite spoglie di un’indicazione stradale intendono insinuare nella tua mente anche un ancestrale scelta elettorale?), trovi nà fontana grande, je giri intorno pe mezzo giro, ‘mbocchi a strada in discesa, a cinquanta metri ce sta a fermata dell’autobbus, na vorta che stai là vedi quale devi da pijà; ( quindi, ricapitolando: dritto per sinistra, poi giro intorno alla grande fontana….), noooò! t’ho detto che devi da fà mezzo giro ntorno a la fontana e piji a strada in discesa (eh sono molto precisi da queste parti!): Aho! che vvoi pure che te c’accompaggno?”.
Bene, se seguite pedissequamente quanto suggeritovi da questo inappuntabile cicerone, dopo un paio di chilometri comincerete a prendere, finalmente, contatto con la Roma che vi hanno sempre descritto (no, non quella della Grande Bellezza, quella non esiste e se pure esiste è ad uso e consumo esclusivo dei parassiti; la Roma che trovate, forse, s’avvicina più a quella tratteggiata da Ron Howard nella riduzione cinematografica di “Angeli e Demoni”, un luogo non luogo dove succede di tutto senza che nessuno s’accorga di nulla! Sembra stiano sempre tutti con lo sguardo verso l’alto (come Leo il personaggio di “Un sacco bello” di Verdone), costantemente rapiti in un’insensata quanto inconsistente estasi; comunque godetevela palmo a palmo, questa Roma, perché dura poco! Non tanto in senso temporale, quanto in quello spaziale; infatti non appena lasciate quello che più o meno dovrebbe corrispondere al centro città, piccolo, molto piccolo, quasi angusto rispetto all’estensione comunale, vi ritrovate nei cosiddetti quartieri residenziali, le cui principali caratteristiche sono le strade dal tracciato venato dai dossi creati dalle corpose radici di quegli alberi così secolari da cadervi addosso al primo abbozzo di vento, i marciapiedi la cui conformazione, un ininterrotto omaggio al selenico Mare della Tranquillità, costringendovi a simulare gli esercizi di aerobica dolce, vi aiuta a mantenere la giusta forma fisica; il tutto è opportunamente arricchito qua e là da deiezioni di animali domestici (?), la cui conduzione è così di moda in questi quartieri (al contrario di sacchetto e paletta per la opportuna raccolta) che vien da chiedersi perché mai Madre Natura abbia creato tali animali in piena libertà, costringendoli poi ad un lungo e duro processo evolutivo volto all’adattamento alla vita condominiale. Naturalmente passeggiando per queste strade evitate di essere di intralcio alle auto, che qui troverete agglomerate senza soluzione di continuità e senza ordine o restrizione alcuna; se poi vi capita di perdervi nel labirinto di strade di questi quartieri ed avete bisogno di una qualsiasi indicazione utile per uscirne, sappiate che tutte le persone che fermerete per chiedere aiuto vi risponderanno più o meno così: “ ah no sig - nore, io no di quà, io no sapere che tu cerca!”, eppure avreste giurato che sotto sotto l’accento era nostrano. Mah!
E poi, che fate, venite a Roma e non fate shopping? Sappiate, allora, che qui i negozianti sono capaci di esaudire i tutti i vostri desideri, quelli più reconditi e, soprattutto, quelli che non avete ancora avuto modo di esprimere loro (in quanto ogni volta che cercate di parlare essi si sovrappongono alle vostre parole in maniera così scientifica e puntuale che vi sembra di stare in uno di quei noti pollai televisivi dove da anni si pratica, con indubitabile successo, il massacro dell’intellegibilità del dialogo); comunque dicevo sono talmente bravi ad intercettare i vostri desideri che quando, raramente, non ci riescono, se la prendono tanto ma proprio tanto, ci restato così male, ma così male…….; per cui fate i bravi, non mortificateli ulteriormente: anche se ciò che vogliono vendervi non è proprio quello che avreste desiderato, voi prendetelo lo stesso, pagatelo senza fare storie sul prezzo, pidocchi che non siete altro, ringraziate e, uscendo, anche se quando siete entrati nessuno vi si è cagati di pezzo, salutate! Naturalmente la stessa regola vale anche per ristoranti, trattorie o anche sottoscala attrezzati con cucina (naturalmente stellata) dove non mancherete di manifestare al cameriere cingalese vestito da Rugantino il vostro più vivo apprezzamento per il menu’ offertovi, anche se i prezzi praticati vi faranno sentire molto simili alle donne dei quadri di Modigliani, esposti, guarda il caso proprio oggi, in quel ………. “no, oggi no, signore, mi spiace, è la Giornata Europea della Cultura, quindi, non potendo fronteggiare il previsto flusso di visitatori, siamo chiusi, mancanza di personale, sa……”.
E’ ovviamente sconsigliato giungere a Roma con l’auto, non tanto per la viabilità frenetica e senza regole, quanto perché prima o poi sarete costretti a dover parcheggiare la vostra auto, ed a quel punto sarete chiamati a superare una prova tremenda, soprattutto se non siete esperti in “simbologia urbana post veltroniana”: può capitare di imbattervi in un cartello dove è rappresentato un parcometro (coraggio! Il primo segno è decifrato!) poi abbiamo 2 martelli incrociati affiancati da uno strano codice numerico (e vien facile pensare che il parcheggio è riservato ai tifosi del West Ham United, ma quanto sono ospitali questi Romani?), subito al disotto vi è una croce nera anch’essa affiancata dal codice numerico ( ne deducete, quindi, che il parcheggio è riservato ai soli tifosi del West Ham United professanti la fede cattolica, ma quanto sono osservanti questi Romani?) indi vi imbatterete nella prova più ardua, quella che ha visto desistere persino i solutori degli pseudoenigmi della bassa Provenza: “eccetto gg festivi successivi al 1°” a capo “ €1 fratto ora“ a capo “ eccetto autorizzati XIII Trastevere G Settore”: al confronto la Stele di Rosetta è una sciocchezzuola da imberbi! ; non vi resta che rinunciare ed avviarvi alla ricerca di un parcheggio di quelli custoditi, magari al coperto così da riparare l’auto dal guano che scende sempre copioso in questa città, come la neve nelle bolle di vetro quando le rovesciate: bene, sappiate che parcheggiare l’auto in uno di questi garage vi costerà, probabilmente, quanto un pranzo alla Casina Valadier. Ma a Roma, si sà, sono storicamente dei gran giocherelloni, per cui se veramente siete così temerari da venire in città con la vostra auto sappiate che, il rischio più concreto che correte è quello di fidarvi completamente della cartellonistica stradale vigente: non fatelo! potreste ritrovarvi, senza capire il perché ed il per come, al varco doganale con la Svizzera.
Comunque si scherza, cazzeggiando si esagera sempre un po’; in realtà Roma è molto più vicina agli standard di città come Tokyo di quanto si pensi; non ci credete? Allora date uno sguardo alle addizionali comunali/regionali riportate nella vostra Dichiarazione dei Redditi!
Buon Giubileo!

Cantico alla vita - Luigi Violano -



E' un Cantico dei Cantici la vita
una speciale salmodia di giorni da cantare.
E' canto ancora questa giovinezza,
la mano grande di mio padre
che, dal riposo eterno
di cui gode beata,
ancor mi guida per gl’irti sentieri
del tempo caduco.
Io sono la tua orma, papà,
tu la mia ombra
che ancora cingi i fianchi di mia madre.
Non temo nulla se non l'ignoranza umana
ed il pensiero, a colpi d'idee,
offro da bere, vivo, ai comuni mortali
miei simili
Coniugo il mio sangue
in tutti i tempi dell'universo finito
ed offro al cielo l'anima
che un giorno renderò di nuovo al Padre.
Canto, canto, senza alcun timore
perché sento il bisogno
di saziar la sete
di chi pone domande
insane alla mia vita
soltanto per spiegare il suo vagare invano.
E' bello vivere, lo grido mentre scopro
che il silenzio, anche il silenzio
ha un suono.
E' come il modo migliore
che uso per spiegare
ciò che non comprendo
o che non ha senso,
non porta giovamento a chi
mi sta di fronte .
E' bella la mia vita, anche quando piove,
la voglio cantare, suonare sempre, comunque.
Mi chiedo mentre osservo i passi indietro
a cui ritorna il mondo,
anche per il progresso che maledice spesso
il reale valore delle cose:
cosa m'importa ormai di chi mi ride alle spalle
quando rispondo che il mio mestiere sono le parole?

TIEPIDO RAGGIO - Pasqualina di Blasio Aletti ed. 2013 -


Tiepido raggio di sole,
alone di brina fosforescente,
devi contare ancora giri di lune.
Forse solo allora,
non sono sicura..
potresti sciogliere grumi di gelo.
Oggi mi riscalda
solamente
il sole generoso di altre stagioni.
La calandra d'infanzia sul davanzale sbeccato,cori di galline impazzite
e turgidi fichi in attesa di unico morso.

Il tramonto aranciato d'Abruzzo,
corsa di libero sfogo di cane represso,
voci di bimbi instancabili su gommone gonfiato.
Lo splendore dell'ultimo mare di Sapri,
fragranza di eucalipti all'alba,
sul lungomare,bici alla mano.
Non ti nego la speranza, tiepido raggio.
E' necessario ,lo sai,uscire di luna
per aprire acque di doglie
e vedere pian piano la Luce .
(Pasqualina Di Blasio, Orme in Movimento, Aletti Editore,2013,presso Feltrinelli)

"Come Libro nel vento delle ore" ed. 2014

L’incessante cader delle ore
in rumore di onde invasate
copre e riscopre il mio libro
all’ ira del vento lasciato
Vorticoso il girar delle pagine
e fogli sbattuti alla rena
Strappati i ricordi e gl’ istanti
in frantumati spazi di mente.









da "Nel vento delle ore" copyright by Am Vezio ed. 2014D.L.22/4/41 n. 633 "Protezione diritto d'autore e diritti connessial suo esercizio"su testo e immagine (G.U. n.166 del 16/7/41mod. D.L 22/5/2004 n.128).


mercoledì 27 maggio 2015

Nebbia


Guardavo
sfilacciarsi i cirri nell'aria
poi, divenir coltre
e ogni cosa avvolgere
Coda
di particelle eterne ritrovate
divenir manto
e ogni cosa avvolgere
Sorrisi senza denti
e braccia uguali ad ali
e ogni cosa avvolgere
Ed io
piccola cosa fra le cose
piccolo granello di montagna
con e nella montagna
lievemente stesi
e in ogni cosa avvolte.

lunedì 25 maggio 2015

La notte da "Taccuino di viaggio" ed. 2013

Scende presto la sera sulla sera, ma noi viviamo nel Mondo della Luce.

Nel Mondo di Luce nessun suono è percepito, se non quella che l'anima emana. Non esistono occhi, orecchie o qualsiasi altro tipo di comunicazione sensoriale, se non i colori del pensiero, i suoi profumi, le sue volute.Le anime riescono a scambiarsi esperienze, insegnamenti, doni e sfumature attraverso gli intrecci e i colori che propagano. La magia del suono e dei sentimenti che incontrano è percepibile o meglio immaginabile, ad un livello più profondo dell’animo umano. È come l’ammirare un quadro, accarezzare melodie o scrivere poesie, è la grandezza e l’inspiegabilità che tentiamo di chiarire, ma che non riusciamo ad esprimere del tutto, è una parola senza voce, che vibra nell’ etere. E' unione, è poesia.
E poggiata su questi suoni colori parole, che arriva il melodico sussurro della notte.



D.L. 22/4/41 n. 633 "Protezione diritto d'autore e diritti connessi al suo esercizio" su testo e immagine (G.U. n.166 del 16/7/41 mod. D.L 22/5/2004 n.128).

venerdì 22 maggio 2015

Ci sono momenti in cui il silenzio chiede più spazio, ha bisogno di ricordare i suoni di dentro.

sabato 16 maggio 2015

La vita

Non sono parole
non sono rime
e nemmeno strofe
su righe vergate
E' quadro astratto
che si tinge e rischiara
piange e soffre, si strazia
e all'ultimo nuovo colore
si stupisce ancora, e ride
E' quadro dalla tela parlante:
la vita.



D.L. 22/4/41 n. 633 "Protezione diritto d'autore e diritti connessi al suo esercizio" su testo e immagine (G.U. n.166 del 16/7/41 mod. D.L 22/5/2004 n.128).

domenica 10 maggio 2015

Anima nuda

Viaggia nuda l'anima

Ha perso ogni pudore  

e ogni dogma pesante  

nel vuoto ha sperduto 

Ne ha fatto cibo per uccelli  

e per i gigli nei campi 

di sì formanti lemmi 

di importanti dogmi 

E nuda viaggia l'anima 

a carezzare cieli  

di siffatta sua stessa veste.





D.L. 22/4/41 n. 633 "Protezione diritto d'autore e diritti connessi al suo esercizio" su testo e immagine (G.U. n.166 del 16/7/41 mod. D.L 22/5/2004 n.128).

sabato 9 maggio 2015

‘A VUO’ FERNI’? -Vernacolo campano- Vincenzo De Bernardo

-“ ‘A vuò fernì, che fai, ma fusse scemo?
Pe’ caso, te vuò fa saglì ‘a pressione?”-
-“ Rusì, lasseme fa, pe’ mò, sto buono,
chisto mumento nun m’’o ntussecà!
In fondo, po’, che sto facenno ‘e strano,
nu bacio doce doce, ncopp’’o musso…,
he visto, songo addiventato russo,
ma dico: zitta, nun te fire ‘e sta?”-
-“’O fatto sai qual è…tu tieni ‘e baffe
e tu ‘o ssai ca io soffro ‘e prurito…”-
-“ Rusì, cu tutto ca ‘e tengo ‘a na vita,
pe’ te, dimane, m’’e vaco a taglià!”-
9.5.2015
Vincenzo De Bernardo

venerdì 8 maggio 2015

UN ALITO DI VENTO di Gianni Berna

Basta un alito di vento

che mi carezza il viso

ed io

solo anima oramai

evanescente

volo,

sconosciuto,

per l'infinito

fra altre anime

dimentiche

del passato...

felice o triste

che sia stato.


© Gianni Berna

giovedì 7 maggio 2015

" La mia musica " di Vincenzo Cantatore da "Airone"

Sovrana è la notte mentre il mondo tace
nell'attesa del nuovo giorno,
e poi...  nel nulla scomparire
come fantasmi rumorosi che...
nella mente insonne viaggiano.

Vagano  come padroni indisturbati
girano spariscono e poi ritornano
spogliandomi di quegl'abiti che...
son disegnati sulla mia pelle
che vuole ancora respirare.

Tu...  la mia musica nel silenzio
dolce melodia che... oltre lo sguardo
annienti i fantasmi della vita e...
lentamente mi rimbombi dentro,
son sguardi fatti di parole non dette
ma... dall'anima, in silenzio percepite.

Un sorriso che penetra nel profondo
come una lama sottile e tagliente
contro tarli di infinite paure...
mi scrolla di dosso la notte e...
nel giorno riporta, la pace nella mente.

©  Vincenzo Cantatore "Airone"



mercoledì 6 maggio 2015

UN GIORNO FUORI DEL COMUNE di ARTURO PUCCI

OGGI VOGLIA NON NE HO DI LAVORARE,
HO GIÀ' DOVUTO LOTTARE PER POTERMI ALZARE.
ESCO DI CASA E A ZONZO VOGLIO ANDARE,
LA PAROLA LAVORO PROPRIO NON LA VOGLIO SENTIRE.
VADO A PASSO LENTO QUESTE MERAVIGLIE AD AMMIRARE,
SENZA VOLERLO ALL'IMPROVVISO ARRIVO AL MARE.
OH DIO QUALE MERAVIGLIA E' LA NATURA,
ECCO PERCHÉ' LA MIA ANIMA NON E' MAI SCURA.
AMMIRO QUESTI MASSI SUL FONDALE,
IL MIO CORPO L'ESISTENZA E L'ANIMA VORREI DONARE.
IN QUEST'INCANTO IN QUESTA PACE VORREI GIACERE,
SOGNI ETERNI VORREI VIVERE E IN QUEST'INCANTO RIPOSARE.
QUI' REGNA LA QUIETE E LA PACE HO RITROVATO,
IL MARE D'AMANTEA CHE HO SEMPRE AMATO.
MASSI ENORMI GIACCIONO SULL'ETERNA DISTESA,
CHI NON L'AMMIRA POI IN PACE NON RIPOSA.

OH DOLCE INCANTO CORICA E CATOCASTRO AMMIRARE,
DI NOTTE, DI GIORNO LI VORREI CONTEMPLARE.
NON SONO MAI STANCO ALLE MIE FIGLIE RACCONTARE,
QUESTO MIRACOLO CHE LA NATURA HA VOLUTO DONARE.

venerdì 1 maggio 2015

Ali confuse da: Dissolvenze ed. 2015

In quei giorni nefasti

d’amore al dolore confuso:

inerpicati voli di angeli

fra rami d’inverno spinosi

in refusi di cielo annebbiati

In quei giorni nefasti

l’amore il dolore confuse:

embrioni di ali di angelo

                                     a cieli annebbiati protesi. 







D.L. 22/4/41 n. 633 "Protezione diritto d'autore e diritti connessi al suo esercizio" su testo e immagine (G.U. n.166 del 16/7/41 mod. D.L 22/5/2004 n.128).