Non soffro l'abbandono, non più.
L'abbandono è l'aggettivo erroneamente attribuito a: CAMBIO DI PERCORSO”. Quando qualcuno cambia percorso, è perché è propedeutico al suo cammino. Perché dovrei soffrire per quanto può essere un bene per un mio fratello? Se lui va o io vado, è perché quanto ci siamo scambiati ci ha mostrato nuovi cammini della nostra esistenza. E questo è bellissimo.
La prima sofferenza è forse lo stupore che esistano strade oltre le “nostre”. È stupore, è sofferenza da distacco, ma non soffriamo forse per venire alla luce? Per il -nuovo- che è buio, per l'utero conosciuto e amato che dobbiamo abbandonare? Eppure non si sono chiuse le porte tra figlio alla nuova strada -la vita- e la madre -stesso percorso-
Da "Taccuino di viaggio" ed. 2014 copy by Annamaria Vezio
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