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Calliope

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Inno all'arte che nel nostro sangue scorre.

venerdì 26 dicembre 2014

Gocce di zagara di Emanuele Lo presti Presti ed. Diple

                 

Emanuele Lo Presti nasce in Sicilia, terra inebriata di profumo di zagara e di sole cocente, è questa calda culla che abbevera il virgulto della poesia che prepotente cresce nell’ anima di Emanuele e poi ne effonde nei versi tutto il calore, l’umanità e l’irruenza in simbiosi con la Natura prodiga in cui affondano le radici.
Il calore e la tenerezza che permeano ogni essenza del poeta sono saggiamente riversati nelle liriche d’amore che offre alla sua sposa, quasi un bouquet di fiori profumati porti con antica delicatezza, un saggio lo possiamo gustare nella poesia “Il tuo profumo” per lasciarci blandire poi dalle successive liriche, rime intense, colorate e vissute. Da questo sentimento percepibile come una carezza di bimbo, Emanuele scivola nell’ introspezione, nell ’indagine del sé e dei suoi interiori dialoghi con la vita propria, con la trama e il fine della sua esistenza, la struggente lirica nella seconda parte del libro, ce ne offre una chiara esplicazione con “Un domani”.
Emanuele è questo, è un uomo che viaggia nel suo percorso osservando bene i suoi passi, gustandoli e centellinandone ogni orma per poi volerli esprimere attraverso un foglio e farne dono.
Ma non solo la linfa che permea se stesso, il poeta vuol portare alla luce: tanta è l’enfasi del suo vivere, tanta è l’umanità e l’irruenza da costringerlo, con la forza del suo carattere potente, come per l’appunto la sua Terra, ad urlare ad alta voce i soprusi, le violenze, le ingiustizie e se ne fa portatore.
Incontriamo allora le sue liriche che sono preghiera, denuncia, denuncia sociale, denuncia umana, denuncia contro chi per cecità voluta lascia morire un uomo, un’idea, un principio.
Dal primo incontro, ho visto in Emanuele il “poeta del sociale”, conoscendolo meglio ne confermo la definizione, egli nuota nel mare dell’altruismo, l’altro è per lui lo specchio di se stesso: una sofferenza, una gioia di persona incontrata nel sua andare, diventa la propria, il suo bisogno di circondare con il suo abbraccio, ampiamente lo riscontriamo nella terza parte del libro (Cercami, L’ultimo respiro…) e di farsi difensore di chi è più debole, impreparato alla vita e urlandone per esso la riscossa (Coraggio o amore, Bimbi) .
Emanuele ora colora di tenerezza un rigo, ora lo inonda di delazione e come fosse novello armigero del sentimento, impugna la sua arma più potente, la poesia che poi trasformata in vessillo di pace nella guerra, sventola sulle sue lotte in questo libro pregno di ogni sfaccettatura umana.
Ma non voglio occupare tempo alla lettura, è ben degna di essere accurata e gustata per “perdersi e ritrovarsi” in ogni spazio che da un rigo all’ altro, come gocce di zagara, celano profondi e vissuti sentimenti.



Annamaria Vezio

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