"L'ho letto... con tutta la grazia che merita: e forse ti stupirò del mio consueto vagare tra le righe…oltre il dolore perfetto.
Oggi non piangere… lo farò io per te. In alcuni miei scritti ho parlato spesso del dolore perfetto, senza mai conoscerne l’esistenza né la provenienza.
Comprendo finalmente il significato della sua perfezione: quando dall’occhio non esce lacrima…perché in quei momenti è il cuore a fare gli straordinari. Con tutto ciò, penso anche che non scopriremo mai dove nasce e muore un dolore perfetto. Ci vorrebbero svariati misurazioni… ho forse una seconda vita, perché in questa non mi è dato catalogare, con metro di giudizio, l’esatto preventivo di quel dolore che non fa piangere… ma si ritira e si rinchiude in un fortino assediato dai corpi senza volto, cui fuoriesce l’urlo lacerante… resistere, resistere, resistere.
Dopodiché, posso anche dirti… ti odio, ti odio per avermi fatto piangere come solo un bambino sa fare.
Corpi dipinti che sembrano pietre,
legate da corde feroci…
a guizzi d’immensa follia…
a squarci di terreni remoti…
unti da lacrime scorrenti…
strumenti legati intrisi…
da una cadenza infinita…
scandita dai peccati del mondo.
Oggi non piangere… lo farò io per te. In alcuni miei scritti ho parlato spesso del dolore perfetto, senza mai conoscerne l’esistenza né la provenienza.
Comprendo finalmente il significato della sua perfezione: quando dall’occhio non esce lacrima…perché in quei momenti è il cuore a fare gli straordinari. Con tutto ciò, penso anche che non scopriremo mai dove nasce e muore un dolore perfetto. Ci vorrebbero svariati misurazioni… ho forse una seconda vita, perché in questa non mi è dato catalogare, con metro di giudizio, l’esatto preventivo di quel dolore che non fa piangere… ma si ritira e si rinchiude in un fortino assediato dai corpi senza volto, cui fuoriesce l’urlo lacerante… resistere, resistere, resistere.
Dopodiché, posso anche dirti… ti odio, ti odio per avermi fatto piangere come solo un bambino sa fare.
Corpi dipinti che sembrano pietre,
legate da corde feroci…
a guizzi d’immensa follia…
a squarci di terreni remoti…
unti da lacrime scorrenti…
strumenti legati intrisi…
da una cadenza infinita…
scandita dai peccati del mondo.
Dolore perfetto.
(28 luglio 2010 alle ore 8:29)
(28 luglio 2010 alle ore 8:29)
Antonio Fatiga.
Antonio caro, la commozione è regina, in questo attimo, leggendoti. Perché mi riporta all'immagine di te che leggendo me, mi vivi, vivi oltre i confini della tua stessa vita; perché consapevolizzo che la nostra amicizia è pura e mai intaccata; perché consapevolizzo che sono passati sei anni e tutto è rimasto puro, inattaccato dal tempo; perché attraverso te, ritrovo le "lacrime asciutte" di quella bimba/donna, e con matura comprensione, ora la cullo e la proteggo. Grazie e grazie e grazie, Antonio.
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