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Calliope

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Inno all'arte che nel nostro sangue scorre.

martedì 12 luglio 2016

I DUE TROVATELLI Sergio Casagrande


I DUE ORFANELLI
-Perché lo hai aggredito? Non sai che quel bambino ha sì la tua stessa età, ma è figlio di un conte? -Perché ha fatto piangere la mia sorellina! - gli rispose, alzando il braccio che aveva già colpito, come se ancora vedesse attorno a sé il suo piccolo nemico. - Tu non sei nessuno, animale che non sei altro, tu e lei siete solo due trovatelli che mangiate a sbafo alle mie spalle! Ruggì il vecchio, scattando in piedi, sputando la saliva nera per terra e fissandolo duramente negli occhi. Il Trovatello arrossì al rimprovero e lo guardò con gli occhi limpidi che parevano in quel momento domandare qualcosa. Perdono, affetto, misericordia? Perdono per l’asprezza della sua povertà, affetto per bisogno della sua infanzia, misericordia per tutto ciò che doveva a poco a poco capire, che doveva lentamente rivelargli la miseria della sua vita? In quel momento il piccolo senza padre e senza madre pianse. Pianse a lungo, selvaggiamente, seduto sulla pietra del focolare, come una piccola bestia senza ragione, come una piccola anima piena di paura. Lacrime di vena infantile che gli traboccavano dalle ciglia bionde come la pioggia spinta dall’uragano. Di quando in quando si asciugava gli occhi con la logora manica per guardare quella piccola capinera alla ricerca del suo primo gorgheggio, come se fosse la manica a piangere per lei, come se ne avesse indovinata l’origine, come se ne volesse contrastare il destino. E v’era nel suo viso una collera non domata, una umiliazione non placata, qualche cosa di nascosto e di percosso che solo con il proseguo degli anni avrebbe chiesto ragione.





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