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Calliope

Calliope
Inno all'arte che nel nostro sangue scorre.

venerdì 6 ottobre 2017

-San Francesco e la madonna degli Emancipati- di Sergio Casagrande

Riporto uno dei primi sogni infantili, di quando avevo 14 anni: quanti anni sono passati! Come un quadro antico ha avuto bisogno di un restauro. Rimozioni di alcune impurità dovute al tempo. Le ho rimosse ponendo attenzione a non cancellare del tutto le vecchie tracce. Ho infine rinnovato i colori, con una pasta più adatta ai tempi
Il cancello d’oro massiccio era spalancato, il tappeto erboso rasato di fresco emanava un profumo intenso che allettava le narici. “Oro? Quassù non ci sono certamente ladri” pensai. Accorciai il guinzaglio a Mirto, non si sa mai che gli scappasse la popò proprio lì davanti. Appena varcato l’ingresso mi colpì la presenza di un frate magrissimo con il saio logoro. Attorno alla sua umile figura tanti eremiti, cenobiti, anacoreti dalle lunghe barbe fluenti, vestiti di stracci, a battergli le mani sulle ossute spalle, a complimentarsi con lui. Altri, in disparte, santi e papi lo guardavano con un certo disappunto, forse erano gelosi e si sentivano a disagio nei loro magnifici manti ricamati d’oro e pietre preziose. A un tratto gli si fece incontro una donna sui quarant’anni, con la gonna appena sopra i ginocchi e le calze rosse. – Oh, mio povero Poverello, - mormorò- la tua tunica è frusta, è a brandelli, vieni, te la accomoderò, la rappezzerò alla meglio. No, è inutile, ne prenderò una di nuova. - Un puttino con le ali, allora si avvicinò alla caritatevole donna e le sussurrò: - No, mia Signora, la donerebbe ai più poveri e diventerebbe difficile capire chi lo è più di lui.-  Più in là un altro frate dal naso adunco e il saio bruciacchiato e fumante, gridava all’indirizzo di un paio di cardinali con tutto il fiato di cui era capace “Discutiamo e trattiamo ma senza trucchi! Senza le solite commedie! Senza interventi di papi e banchieri! Suoneranno le trombe, le trombe del giudizio prima o poi!” –Incuriosito, mi avvicinai a un tale che disse di chiamarsi Rocco, e gli chiesi dove eravamo e chi erano le persone davanti e attorno a me.
- Questo è il Paradiso! Hai di fronte a te Francesco di Assisi, la Madonna e fra Savonarola- mi rispose in un lampo.
- La Madonna con le calze rosse e con quella gonna corta? E perché tante discussioni?
- Che c’è di strano? è una delle tante madonne, dopo quella del Colera, del Dolore, del Rosario… Questa è la Madonna degli Emancipati. Discussioni? Il Paradiso è un luogo democratico, esaminiamo tutti i problemi senza pregiudizi.
- Mi presenti il Poverello? Vorrei rivolgergli una domanda.
- Vieni.
Mi trovai a tu per tu con Francesco, ero un po’ intimidito, lo confesso. Lo avevo visto raffigurato nei quadri e nelle immagini, che don Remigio ci proiettava nella parete dell’oratorio. Il patrono d’Italia! Ora lo avevo dinanzi. -Per cortesia- così mi rivolsi- sai dirmi dove finiscono tutti gli animali e le piante del mondo? - Aggiunsi piano: - Mia nonna è qui anche lei?
- Mio piccolo fratello,- rispose- l’universo infinito non è forse il luogo più adatto per la dimora di tutti? Non vedi gli uccelli? Sono vicini agli angeli: per questo il Signore li ha creati con le ali. La nonna? Le hai voluto bene?
- Sì, sì.
- Quando la penserai, si desterà dal sonno per te. Più il tuo pensiero sarà intenso più lei vivrà.
Ora, col senno del poi e con le nuove scoperte tecnologiche, traducendo le parole di Francesco potrei affermare che ad ogni caro che ci manca corrisponde un blog: più viene visitato, cliccato, più il nostro caro sorride di contentezza. E allora se sorride vuol dire che vive.
Mi svegliai di buon umore e corsi da mia madre: - Mamma, lo sai che Mirto, il nostro cagnolino, è vivo e sta bene? E anche la nonna! E poi, poi tu non morirai mai.
- Chi ti ha raccontato queste cose?
- San Francesco!
- Se lo ha detto lui allora, sarà certamente così: non morirò mai.
Sergio Casagrande

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