Dal morso della pesca
succulento
liquido dolce scende
Sull’onda del seno
disegna
la morbida curva del piacere
È estasi il momento
che sulla pelle del dito s’imprime
Scivola
sulla linea del collo
e sull’incavo dei fianchi si ferma
Si aprono le mani
come ali di aquila vorace
e nel nido di caldo bagnato
trovano riposo
e morte felice.
(Isthar: dea asiatica
corrispondente a Venere dei Romani, Afrodite dei greci)
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