Dove sei, amico caro
col tuo affetto largo, baia dei miei dispiaceri
infinito azzurro, dei miei momenti di gloria.
Dove sei.
Mi vedo appoggiare l’anima a te
dentro il tuo sguardo, nella sua profondità
buttare le ansie e le paure
le angosce e le tensioni,
e guardare nei tuoi occhi la mia gioia
e sapere, amico caro
che mentre io vivo tu stai vivendo con me
Dove sei, amico caro
dove sono baia e infinito azzurro
dov’è lo sguardo, pozzo e specchio
dell’anima mia?
Dov’è il pane che si univa e si divideva
dov’è l’amicizia che ci affamava e saziava.
Dove sei, amico caro?
Nella baia ho buttato i dispiaceri
e dell’infinito azzurro è rimasta una scia
d’aeroplano
dove le mie grida di gioia diventano sussurro.
Niente canti e armonie nella volta celeste
niente onde impetuose e sabbia pungente
nella baia
Cosa è rimasto?
Dove sei amico mio, amico caro
nei tuoi occhi non c’è più uno specchio per me
e nemmeno una profondità dove annegare le ansie.
Tra di noi una fascia di deserto
che spegne il canto
a volte, il vento bisbiglia appena
la tua voce
ora allegra ora un singhiozzo
e se ti cerco con lo sguardo
il riverbero m’impedisce di vedere i tuoi occhi
Sei lontano
E tu per me
ed io per te
siamo sussurri nell’infinito azzurro
Siamo aride baie dove il mare stenta ad arrivare
niente cori e armonie nell’aria
le nostre note sono singhiozzi solitari.
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