"Singolare,
femminile":
undici
colori di un misteriosofico ventaglio, undici racconti, undici
episodi di esistenza profondamente scandagliati, visualizzati,
spogliati fino al nucleo dei personaggi ad accompagnare l’elemento
umano all’antica natura della più intima essenza, finanche alla
extrema ratio
per alcuni. L’autrice è fine conoscitrice del mondo interiore,
attenta e oculata tessitrice crea l’anima d’ogni personaggio
dettagliatamente, scrupolosamente senza mai cadere in noiosi luoghi
comuni, piuttosto vivificando la già pulsante trama. Ella osserva,
fotografa, disegna policromie di vite, non semplici costituenti una
storia, ma anima, cuore e natura dell’opera stessa; con dedita
partecipazione simbiotica, empatica, rapisce e accompagna, inoltra in
luoghi e momenti che si fanno tutt’uno con il lettore
trasportandolo nelle vene del protagonista. Undici avvincenti luoghi
e momenti di vita.
Intensa
e profonda analisi psicologica si fa specchio di molti di noi in
Audrey, siamo
anche noi quell’Audrey
nella
fragilità delle decisioni, nei friabili propositi, nei rimorsi che
annichiliscono l’anima. Siamo anche molti di noi quei bulimici
sofferenti, inconsapevoli del dramma interiore che attanaglia, fino
alla lettura della storia che Francesca Montomoli presenta con la
raffinatezza di chi, compassionevole se pur obbiettivo, osserva e
carezza quei moti ammutinanti che imprigionano un’anima,
un’esistenza, un corpo. Mirabile narrazione che ben rappresenta una
tangibile realtà umana, il fantasma “bulimia”.
Mirabile
la trama in Betty Sue,
stupore
continuo fino all’epilogo, inaspettato, cruento eppur carezzevole.
In
Risveglio
l’accurata indagine illumina la coscienza, rinvigorendo ogni riga
che s’apre a scenari importanti di consapevolezza; quella
consapevolezza
così tanto mortificata dall’abuso del termine.
È
Time out all’infinito
uno
spaccato di vita narrato dall’interno di un corpo, trattando un
argomento spinoso che l’Autrice invece dipinge di colori tenui e
soffusi di cum passione e
di quella tenerezza che blandisce, avvolge nel mentre illumina la
scena. Delicata denuncia sociale.
l’Autrice
veste anche i panni Rebecca
Fox,
l’esposizione in prima persona fa sì che il lettore si rifletta
nelle circostanze e affascinato, tenda a sentire forte empatia per
Rebecca, ne vive i pensieri, e vorrebbe intervenire, salvarla, ma
Rebecca si salva da sé: come? è inimmaginabile come ella segna la
sua vittoria.
In
La scelta,
nitide e nette traiettorie sviluppate su trama tanto breve quanto
esaustiva i moti emozionali in cui tutti ci possiamo specchiare. Un
brevissimo saggio: “…
il mondo ti si rovescia all’improvviso, con la stessa noncuranza di
uno starnuto...”
è lineare la scrittura della Montomoli, lineare e palpeggiante le
corde vive del pensiero/emozione.
È
singolare Regionale
veloce,
una storia come tante, un -non mai confessato- che diviene morbida
esistenza. Ma è tutto singolare in Singolare,
femminile.
Nondimeno
sottile e stupefacente è Bambola
di porcellana;
le vie che percorrono il riconoscimento di scelte non volute o di
pregiudizi, mai rivelatosi prima, sono cosparse di avvenimenti non
prevedibili, e spesso a causa di tragedie. Anche l’uomo è
personaggio portante nella Raccolta, la sua coscienza in continua
prova è pari a quella femminile.
È
Luca, un uomo a portarci quasi alla fine della lettura del libro. Un
uomo narrato nella sua più misterica essenza attraverso il suo
normale vivere.
Tutto
appare normale in A.A.A.
Vendesi,
perfino il sogghigno del ratto davanti al cespuglio dei roseti:
ventuno, ognuno con un suo nome femminile. La sorpresa è l’eleganza
dell’Autrice, ben sa come avvincere e rapire; proprio come Luca,
mai avrei supposto un finale così, da lui.
Reduce
di un primo premio in un prestigioso Concorso Letterario, Dolci
colline
coinvolge e trasporta a ogni rilettura. È incanto pervaso di stupore
il racconto di questo episodio, sono certa farebbe invidia ad Agata
Crhistie per la minuziosa descrizione, la disamina dei luoghi e
dell’intimo dialogo della protagonista e dell’attimo, e
soprattutto del prezioso sguardo su tutta una esistenza che l’Autrice
dipinge sui fogli; che l’Autrice fa pulsare in espressioni
linguistiche di alta liricità.
È
alla conclusione della Raccolta un ultimo saggio sulla natura umana,
sulle sue fragilità e morbosità, sulle sue difese e le sue offese.
Amina
è rappresentanza anche del nostro periodo storico di turbamento
coscienziale e di ingiustizia, di violenza e pregiudizi, di doni
rinnegati. I protagonisti sono ben modellati in comportamenti
diffusi, consueti forse, oggigiorno. l’Autrice li ambienta in un
coinvolgente panorama culturale straniero, in fondo non molto lontano
per il modus
operandi
dell’uomo, dall’Occidente.
In
questo ventaglio di racconti dagli undici colori diversi, una
sfumatura è persistente: la libertà, libertà dalle angherie, che
siano auto-inflitte o che siano propinate; e il senso di giustizia,
quella umana e ancestrale, quella che è armonia del Cosmo e del
Microcosmo.
È
“Singolare, femminile”
un’opera òrfica, altamente lirica. Il prodigioso valore dei segni
nei lemmi, ne fa materializzazione di encomiabile ispirazione.
Annamaria
Vezio
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