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Calliope

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Inno all'arte che nel nostro sangue scorre.

domenica 8 luglio 2018

"Singolare, femminile" di Francesca Montomoli (narrativa, recensione di Annamaria Vezio)


"Singolare, femminile":
undici colori di un misteriosofico ventaglio, undici racconti, undici episodi di esistenza profondamente scandagliati, visualizzati, spogliati fino al nucleo dei personaggi ad accompagnare l’elemento umano all’antica natura della più intima essenza, finanche alla extrema ratio per alcuni. L’autrice è fine conoscitrice del mondo interiore, attenta e oculata tessitrice crea l’anima d’ogni personaggio dettagliatamente, scrupolosamente senza mai cadere in noiosi luoghi comuni, piuttosto vivificando la già pulsante trama. Ella osserva, fotografa, disegna policromie di vite, non semplici costituenti una storia, ma anima, cuore e natura dell’opera stessa; con dedita partecipazione simbiotica, empatica, rapisce e accompagna, inoltra in luoghi e momenti che si fanno tutt’uno con il lettore trasportandolo nelle vene del protagonista. Undici avvincenti luoghi e momenti di vita.
Intensa e profonda analisi psicologica si fa specchio di molti di noi in Audrey, siamo anche noi quell’Audrey nella fragilità delle decisioni, nei friabili propositi, nei rimorsi che annichiliscono l’anima. Siamo anche molti di noi quei bulimici sofferenti, inconsapevoli del dramma interiore che attanaglia, fino alla lettura della storia che Francesca Montomoli presenta con la raffinatezza di chi, compassionevole se pur obbiettivo, osserva e carezza quei moti ammutinanti che imprigionano un’anima, un’esistenza, un corpo. Mirabile narrazione che ben rappresenta una tangibile realtà umana, il fantasma “bulimia”.
Mirabile la trama in Betty Sue, stupore continuo fino all’epilogo, inaspettato, cruento eppur carezzevole.
In Risveglio l’accurata indagine illumina la coscienza, rinvigorendo ogni riga che s’apre a scenari importanti di consapevolezza; quella consapevolezza così tanto mortificata dall’abuso del termine.
È Time out all’infinito uno spaccato di vita narrato dall’interno di un corpo, trattando un argomento spinoso che l’Autrice invece dipinge di colori tenui e soffusi di cum passione e di quella tenerezza che blandisce, avvolge nel mentre illumina la scena. Delicata denuncia sociale.
l’Autrice veste anche i panni Rebecca Fox, l’esposizione in prima persona fa sì che il lettore si rifletta nelle circostanze e affascinato, tenda a sentire forte empatia per Rebecca, ne vive i pensieri, e vorrebbe intervenire, salvarla, ma Rebecca si salva da sé: come? è inimmaginabile come ella segna la sua vittoria.
In La scelta, nitide e nette traiettorie sviluppate su trama tanto breve quanto esaustiva i moti emozionali in cui tutti ci possiamo specchiare. Un brevissimo saggio: “… il mondo ti si rovescia all’improvviso, con la stessa noncuranza di uno starnuto...” è lineare la scrittura della Montomoli, lineare e palpeggiante le corde vive del pensiero/emozione.
È singolare Regionale veloce, una storia come tante, un -non mai confessato- che diviene morbida esistenza. Ma è tutto singolare in Singolare, femminile.
Nondimeno sottile e stupefacente è Bambola di porcellana; le vie che percorrono il riconoscimento di scelte non volute o di pregiudizi, mai rivelatosi prima, sono cosparse di avvenimenti non prevedibili, e spesso a causa di tragedie. Anche l’uomo è personaggio portante nella Raccolta, la sua coscienza in continua prova è pari a quella femminile.
È Luca, un uomo a portarci quasi alla fine della lettura del libro. Un uomo narrato nella sua più misterica essenza attraverso il suo normale vivere.
Tutto appare normale in A.A.A. Vendesi, perfino il sogghigno del ratto davanti al cespuglio dei roseti: ventuno, ognuno con un suo nome femminile. La sorpresa è l’eleganza dell’Autrice, ben sa come avvincere e rapire; proprio come Luca, mai avrei supposto un finale così, da lui.
Reduce di un primo premio in un prestigioso Concorso Letterario, Dolci colline coinvolge e trasporta a ogni rilettura. È incanto pervaso di stupore il racconto di questo episodio, sono certa farebbe invidia ad Agata Crhistie per la minuziosa descrizione, la disamina dei luoghi e dell’intimo dialogo della protagonista e dell’attimo, e soprattutto del prezioso sguardo su tutta una esistenza che l’Autrice dipinge sui fogli; che l’Autrice fa pulsare in espressioni linguistiche di alta liricità.
È alla conclusione della Raccolta un ultimo saggio sulla natura umana, sulle sue fragilità e morbosità, sulle sue difese e le sue offese. Amina è rappresentanza anche del nostro periodo storico di turbamento coscienziale e di ingiustizia, di violenza e pregiudizi, di doni rinnegati. I protagonisti sono ben modellati in comportamenti diffusi, consueti forse, oggigiorno. l’Autrice li ambienta in un coinvolgente panorama culturale straniero, in fondo non molto lontano per il modus operandi dell’uomo, dall’Occidente.
In questo ventaglio di racconti dagli undici colori diversi, una sfumatura è persistente: la libertà, libertà dalle angherie, che siano auto-inflitte o che siano propinate; e il senso di giustizia, quella umana e ancestrale, quella che è armonia del Cosmo e del Microcosmo.
È “Singolare, femminile” un’opera òrfica, altamente lirica. Il prodigioso valore dei segni nei lemmi, ne fa materializzazione di encomiabile ispirazione.


Annamaria Vezio







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