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Calliope

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Inno all'arte che nel nostro sangue scorre.

domenica 11 gennaio 2015

Prefazio Il giocoliere di parole di Nicolò Castelli

“Il giocoliere di parole”, mai titolo potrebbe essere più adatto alla silloge che ne porta orgogliosamente il nome, il padre, l'autore Nicolò Castelli, ne ha reso una felice creatura.
Ogni lemma è una scoperta della strofa che egli riempie del colore dell'amore, e scivolando poi lietamente in prosa poetica, ne canta il languore, la mestizia, il dolore. È Amore il motore che muove l'opera del Castelli, ma non solo, irrora il sangue che circumnavigando l'anima come vela in preda alle turbolenti acque di un oceano, si ritrova ad essere rapita dalle onde e con esse danza il turbamento d'amore, ora in note concitate, ora nelle note lente di un mare cullato da un sole all'orizzonte e poi ancora, all'onda successiva sprofonda nel blu cobalto, buio e ignoto, di acque dal sapore del dolore, dell'abbandono, dell'amore ambito e mai raggiunto. Naufrago del cuore suo stesso, l'autore coglie ogni suo smarrimento e come antico alchimista, lo trasmuta in nutrimento, il suo nutrimento dell'anima: l' Amore e la sua poesia.
La Musa ispiratrice è lì, fugace e irraggiungibile, ora ha voce suadente e flautata, e mollemente si adagia a provocare i sensi, ora si nega lacerando il cuore del poeta. Ma sempre torna a carezzare i sogni, a risvegliare il bisogno atavico della presenza del femminile a completare il maschile, a rendere le ore del giorno, di ogni giorno, una conquista di gioia e serenità. Non sa fermarsi tuttavia, la musa, lasciando così l'autore nella disperazione dell'abbandono che egli canta con la stessa passione che divorava Dante per la sua ispiratrice d'amore, Beatrice. Lo stesso amore e la stessa passione, il Castelli invero la riversa anche ai luoghi che carezzarono il piede del Sommo Poeta, invaghendoci delle struggenti strofe dedicate alla bella Firenze come fosse essa persona, donna palpitante, degna di accogliere il gran sentimento dell' autore, e al suo fiume Arno che come infante le lambisce il seno. Se pur in alcune poesie e prose, ci imbattiamo in espressioni ermetiche, è chiara e diretta la comunicazione emotiva ed evocativa dell'autore che fa ampiamente uso di un linguaggio immediato e lineare, come foss' egli aedo del sentimento, e novello menestrello d'amore lo porge al nostro orecchio interiore inabissandoci nella fervente favella, rapendoci.
È un libro da leggere per far dono a se stessi di un momento di tenerezza tormento trasporto passione mestizia potenza, perché sono Amore, l'Amore e le sue manifestazioni: essenza delle note traspose in lemmi in Il giocoliere di parole.

Annamaria Vezio


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