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Inno all'arte che nel nostro sangue scorre.

domenica 11 gennaio 2015

Recensioni: Bell’aria brutta gente di Stefania Linari

Dove incontrare il coraggio dell’autobiografia che denuncia il malessere in cui ci getta il Sistema, la Società e la Cultura odierna che ci educano al non prendere in considerazione l’essere umano nel rispetto della sua essenza, se non in "Bell’ aria brutta gente"?
Cruda la realtà che Stefania Linari descrive in questa opera, così come crude sono le manifestazioni di indifferenza dell’umanità che circonda l’autrice in uno spaccato di società assolutamente superficiale, l’ambiente naturale in cui decide di vivere che pure è un’oasi di meraviglie, diviene ostile a causa della volontaria incapacità degli autoctoni ad accettare un consimile di diversa origine geografica. Si potrebbe quasi parlare di razzismo se non si fosse nella stessa Nazione, e in effetti il campanilismo è ben più forte ed esacerbato del razzismo stesso, diventa ghetto in cui ogni sconosciuto deve rimanere tale: sconosciuto e nemico, un nemico da combattere, tutti uniti contro esso, contro lo straniero. Ecco una falla della nostra cultura che già mette in discussione la qualità della vita in un Paese che comunque riteniamo democratico. Poiché è “la straniera” la protagonista del racconto, l’ostracismo a tutti i costi diviene il vademecum di una ragazza che ha deciso di crearsi una propria esistenza con la gioia e la forza della giovane donna che va incontro al futuro, è forse già questo il motivo primario che le costerà la serenità: un ambiente chiuso, stagnante e disilluso non potrà mai concepire l’agire volto all’avvenire. È in questo contesto che si sviluppa la lunga serie di angherie a cui è sottoposta la protagonista di Bell’aria brutta gente, situazioni contingenti che anziché lasciarla prostrata, se pure profonde sono le ferite e il dolore che le avviluppa, susciteranno in lei la forza della reazione. Ma come reagirà questa giovane donna alle tante manifestazioni di cattiveria sociale, alla bugia d’amore che si maschera di sogni di maternità, di futuro, di normale vita anelata da ogni essere umano senziente? Riuscirà la protagonista a trovare le fila di questa matassa anarchica che è la vita? Scoprirà come amare se stessa ed a velare di inconsistenza la “brutta gente” che la circonda? Quali sogni si sono infranti e quale nel futuro saprà perseguire dopo le vicende ricusanti che l’hanno avvolta?
Leggendo Bell’aria brutta gente incontreremo gli ostacoli, gli annichilimenti, le ribellioni del fisico stesso, le riflessioni, le peripezie, le soluzioni e le risposte alle prove che i giorni di una giovane propositiva e desiderosa di vita, è costretta a sostenere, se pure pesante fardello.

Parliamo di alcuni passi salienti del libro “Bell’aria brutta gente” :
riusciamo perfino apercepire a pag. 7 la grande progettualità di una giovane donna alla conquista del proprio futuro;
a pag. 38/39 ci imbattiamo in una sorta di consuntivo dei passi già percorsi ed una riflessione importante che è forse il nucleo della sofferenza che si riflette in tutta l’opera: la Maternità, allontanata dalle situazioni contingenti, ed una risposta ai soprusi “…eppure non si può vivere completamente soli…” e infine una amara constatazione: “…che brutta cosa quando la vita è guerra…” e che prove per quella bambina che c’è in me, cito io.
A pag. 47 l’ illusione e la disillusione, ma anche la voglia di reagire difendendoti dal quel limbo dorato in cui hai dovuto chiuderti per non venire sopraffatta.
La maternità che è la colonna portante dell’essere donna, ti conduce ad un amore praticamente a senso unico e non ti fa intravedere invece quanto tu venga sfruttata da chi subdolamente fa appello proprio alla tua sensibilità, leggo a pag. 80 la tua successiva consapevolezza e nuova, amara constatazione.
- Hai un bellissimo motto: “l’essenziale è invisibile agli occhi”-
A pag. 86, nel capitolo “Cosa voglio fare” descrivi perfettamente come sappiano svicolare gli organi di difesa, avvocati che nicchiano, il vigile vendicativo e che a mio parere utilizza una sorta di stalking, un accanimento perpetuo che vuole stancarti e costringerti ad abbandonare ogni tuo anelito di giustizia .
A pag 89 quasi poetica la visione dell’amato che tu hai “visto fremere” nel chiamarti al cellulare, disperazione e forti emozioni si sono incrociate e ne è scaturita una nuova illusione.
A pag. 101, nuove porte che si spera di aprire con tutta la caparbietà di chi vuole combattere e vincere sulle negatività della vita, Barcellona è una conquista o è una constatazione che pur cambiando l’ordine dei fattori il risultato non cambia? È vivida la fatica, la sofferenza e le ansie di questo nuovo percorso, descritto con molta enfasi nelle righe che lo espongono.
Sento a pag. 103 tutta la mestizia nello scoprire che la realtà è mutevole e si distacca da quanto nel cuore era invece ancora ancorata da un bisogno di certezza, bisogno di famiglia propria fortemente sperata e, negata, si presenta prepotente attraverso la visione oltre un uscio aperto di una coppia con il loro bimbo. Si spezza il tuo cuore, un sogno che è stata la tua forza, apparteneva ad altri.
Concludi questa bella opera con delle citazioni di Francesco Alberoni, nonché di sant’Agostino e di autori e saggi anonimi che ben sintetizzano ed esaltano quali siano le sofferenze fisiche e psichiche che germinano dal mal vivere, e con queste chiudiamo l’esposizione dell’opera con l’auspicio che il tuo tribolare, forse comune a molti di noi, con la diffusione del tuo libro possa essere di insegnamento ed aiuto al lettore.
Ti ringraziamo per averci dato l’opportunità di conoscere una giovane donna che hasaputo e sa tener testa alle tristi realtà della vita.

Annamaria Vezio

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