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Calliope

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Inno all'arte che nel nostro sangue scorre.

domenica 11 gennaio 2015

Recensione su Tele di: Gloria Bicchi pittrice

Conoscere Gloria Bicchi attraverso le sue tele
Se pure di grande impatto e di sicura maestria tutte le opere figurative, ciò che di più mi affascina della pittrice è la potenza che prorompe dai soggetti immaginifici umani e paesaggistici delle sue tele.
I paesaggi onirici in particolare, hanno voce, raccontano vite interiori, parallele, reali, costruttive. L’ anelito di mondi puliti, di acque fresche purificatrici e di alberi sani e di case protettive e strade nuove da percorrere, sono elementi di un unico sentire: la Vita; la vita oltre la dimensione umana restrittiva, la vita possibile per anime di profonda ricerca interiore, ricerca che concede “visioni” facilmente trasportabili dalla pittrice aglio cchi di tutti per merito della sua capacità artistica, facendo sì che ella sia, inconsapevolmente, portatrice di un chiaro messaggio della dimensione interiore sicuramente più potente di quella della realtà contingente.
Forte quanto delicato è il messaggio o meglio, il discorso che i ritratti di donna, con la loro musica incessante ci espongono. Affascinanti queste donne nei quadri di Gloria che se pur bloccate dalle cornici sembrano muoversi, e ci muovono con la loro emozionalità. Pare di udire i singhiozzi repressi nel cuore della donna violentata: piccola nelle sue vesti stracciate, abbracciata a se stessa in un disperato tentativo di protezione, ci fa sentire il dolore dell’ impotenza, la mano affondata nei capelli scompigliati mostra un pianto che pur non essendo presente nel dipinto c’è, ed è un urlo che ci lacera le orecchie.
Così come viene naturale udire il “rumore” dei pensieri della donna bionda circondata di blu (come volesse il blu portarle conforto); con la sua testa poggiata sulla mano, la sua figura mesta che rappresenta un’immagine di donna addolorata, una qualunque donna che soccombe ad una propria tristezza, “parla” direttamente all’ anima di “ogni donna” e ne materializza il vissuto interiore.
La donna della clessidra, sfacciata, con le sue scarpine rosse e le gambe incrociate sembra mostrarsi senza virtù, eppure il suo volto mostra innocenza e purezza, il suo sguardo è pudico, Gloria coi suoi colori ce la presenta come avvolta in una musica, la musica della vita scandita dal tempo che inesorabile ci avvolge e ci fa suoi carpendo e affogando il nostro essere e il nostro sogno di ciò che vorremmo o avremmo voluto essere.
Gloria fa suonare le sue tele, tutte le sue tele, che si tratti di ritratti di donne o di uomini o di paesaggi reali od onirici.
I colori sono note e le note immagini musicanti. Ogni donna di Gloria (sono rimasta affascinata, fortemente affascinata dalle “sue donne”) ha un racconto, un discorso, una voce, una musica che lei sapientemente ci fa ascoltare attraverso le proprie tele. E così come i ritratti di donna, ogni suo ritratto, ogni suo quadro è figlio di pennellate fortunate intinte nella musica dell’anima.
Non è possibile parlare diligentemente di ogni quadro della Bicchi perché molteplici e di varia tipologia sono le sue opere, ma conoscendole una certezza si è formata nel mio animo: Gloria, a mio parere è pittrice di musiche di vita.
Su qualunque opera di Gloria io mi sia soffermata ho constatato che ella le ha dipinte non con colori ma con le note accordate alla emozione di ogni soggetto raffigurato.
Sì, Gloria Bicchi è pittrice di musiche di vita e i colori nelle sue mani sono note e le note immagini musicanti.

Annamaria Vezio

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