Ma allo stile della poesia cortese, che intravvediamo nell'opera dei due autori, si sono miscelate altre code letterarie che scivolano dal XII° secolo al XX°, fino appunto, alla rima libera di cui in L'attimo, si ha molto rispetto, tanto che ne sentiamo il suono musicale che accarezza una metrica sciolta e affascinante. Laura Di Vincenzo e Nicolò Castelli, pur venendo da estrazioni culturali diverse, hanno trovato la formula vincente convogliando due stili diametralmente opposti, sicuro ed evocativo quello dell'autrice, ritmato e discontinuo se pur con tema uniformante come un componimento jazz, quello dell'autore. Le due combinazioni riescono ad amalgamarsi attingendo da una stessa visione interiore del sentimento che qui appare omogeneo e continuo, tanto da dare idea che ogni poesia della silloge, sia sentita pensata ed espressa da unica persona.
E' di grande fattura l'opera, degna di riportarci alla poesia del XII° secolo, alla quale sono stati aggiunti il colore e l' etereo di cui l'arte poetica dei nostri giorni è esaltata. Ne L'attimo, due menti, due anime e due corpi hanno raggiunto l'altezza di una unica voce, la voce dell'anima.
Annamaria Vezio
E' di grande fattura l'opera, degna di riportarci alla poesia del XII° secolo, alla quale sono stati aggiunti il colore e l' etereo di cui l'arte poetica dei nostri giorni è esaltata. Ne L'attimo, due menti, due anime e due corpi hanno raggiunto l'altezza di una unica voce, la voce dell'anima.
Annamaria Vezio
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